(Metodo di Diagnosi e Terapia Meccanica)

Il metodo McKenzie è un sistema di diagnosi e trattamento dei dolori del rachide cervicale e dorso-lombare, sviluppato da Robin McKenzie, fisioterapista neozelandese.

La lombalgia colpisce 80 persone su 100 indipendentemente dal lavoro e dall’attività, sedentaria o attiva; è una delle cause più comuni di disabilità nei lavoratori. Cause scatenanti del mal di schiena sono la posizione seduta prolungata e la graduale diminuzione del movimento effettuato. Stare seduti rilassati, in posizione scorretta, porta la colonna in flessione; inoltre, le tensioni in flessione presenti al lavoro sono mantenute anche durante il riposo. Studi accurati documentano che durante le ore di veglia le persone sono prevalentemente in posizioni flesse della colonna, e raramente si estendono.

Anche per quanto riguarda la colonna cervicale quasi sempre il dolore insorge quando assumiamo posizioni non corrette, durante il cammino (eccessiva flessione in avanti del collo), durante la posizione seduta (senza mantenere la fisiologica lordosi lombare), durante la notte (cuscino troppo alto o troppo basso).

Il metodo McKenzie si basa sul mantenimento di posture corrette e sull’esecuzione di esercizi specifici (movimenti ripetuti) per trattare le forme di mal di schiena lombare e cervicale causate da stress meccanico (legate al mantenimento di posture scorrette o all’esecuzione di movimenti dannosi).

Dopo un’accurata valutazione del caso clinico, vengono proposti esercizi personalizzati per ciascun paziente, poiché i problemi meccanici alla base del mal di schiena variano da individuo ad individuo.

LA VALUTAZIONE:

La valutazione meccanica del paziente costituisce la prima fase dell’approccio McKenzie; prevede una serie di movimenti-test, da effettuare in maniera singola o ripetuta per classificare il paziente secondo una delle tre sindromi identificate da McKenzie:

  • da derangement: alterazione della normale posizione di riposo dell’articolazione interessata, causata da spostamento interno di tessuto articolare, che provoca dolore costante e ostruzione del movimento. Il trattamento consiste nell’individuare i movimenti riduttivi della sintomatologia, ripetendoli con una certa frequenza, insieme alla riduzione/eliminazione dei movimenti peggiorativi, alla correzione della postura e all’educazione del paziente,
  • da disfunzione: deformazione meccanica di tessuti molli strutturalmente menomati, a causa di precedenti traumi, processi infiammatori e degenerativi, che provocano cicatrici, aderenze, accorciamenti, riparazioni imperfette; causata da postura scorretta mantenuta a lungo o modificazioni degenerative (sintomi presenti da almeno 10-12 settimane). Il trattamento mira al rimodellamento delle strutture coinvolte, per mezzo di un programma di esercizi che stimoli ripetutamente il tessuto menomato per riportarlo alla completa funzionalità,
  • da postura: deformazione meccanica di tessuti molli normali sani, provocata da tensioni posturali prolungate che coinvolgono le strutture articolari, la parte contrattile del muscolo e i tendini; normalmente più frequente in persone giovani, con stile di vita sedentario; spesso il paziente mantiene una scarsa postura, con testa in avanti, aumento della cifosi toracica, riduzione della lordosi lombare. Il trattamento consiste nella correzione della postura e nell’educazione del paziente ad uno stile di vita più attivo e corretto.

Mediante la valutazione McKenzie è possibile classificare i pazienti da sottoporre a trattamento, o individuare quei pazienti che presentano mal di schiena non legato a cause meccaniche, e quindi che non rispondono al trattamento secondo questo metodo.

IL TRATTAMENTO:

La classificazione del paziente consente l’elaborazione di un programma di trattamento individuale, basato sui movimenti che aboliscono rapidamente la sintomatologia. Il trattamento secondo il metodo McKenzie punta sul coinvolgimento e la partecipazione attiva del paziente, per la risoluzione dell’episodio in corso e, soprattutto, gli fornisce i mezzi per prevenire le recidive. Un programma di auto-trattamento, in base allo stile di vita personale, metterà il paziente in grado di controllare e trattare il proprio dolore con sicurezza ed efficacia; l’auto-trattamento rende possibile una veloce indipendenza del paziente dal fisioterapista, riducendo il numero delle visite cliniche e quindi abbassando i costi di gestione.

Ognuna delle tre sindromi viene trattata in maniera distinta, mediante movimenti ripetuti e posizioni mantenute.

LA PROFILASSI:

Una volta identificate con l’esame clinico le relazioni di causa ed effetto del dolore, i fattori predisponenti al dolore e come questi agiscano meccanicamente, per quanto riguarda la prevenzione delle recidive l’educazione del paziente ad una postura corretta, le istruzioni e le procedure necessarie diventano il fondamento del trattamento a lungo termine, base per limitare e prevenire l’insorgenza di episodi recidivanti. E’ indispensabile che il paziente comprenda gli stress posturali che portano all’insorgenza del dolore. Fondamentale per la prevenzione delle recidive è l’auto-trattamento, prima che si avverta dolore; in tal modo il trattamento si traduce in profilassi e si sviluppa un programma a lungo termine specifico, ma semplice, costituito essenzialmente da:

  • istruzione e consigli posturali ed ergonomici,
  • mantenimento dell’arco di movimento,
  • equilibrio degli stress e delle tensioni meccaniche,
  • interpretazione dei segnali di avvertimento ed azione,
  • incoraggiamento ad una maggiore attività,
  • specifici esercizi di routine.

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